LA STORIA E LE ORIGINI DELLA LINGUA PORTOGHESE
Dal Latino Volgare alle Lingue Romanze
Tutto ebbe inizio nell’anno 218 a.C quando la parte occidentale della Penisola Iberica, costituita dalle province romane della Lusitania e della Gallaecia et Asturica (centro-sud del Portogallo e Galizia-Nord, nella geografia attuale) venne conquistata dai Romani.
Questi introdussero una versione popolare del latino, definito Latino Volgare, dal quale probabilmente discendono tutte le lingue latine e che da origine a buona parte del lessico portoghese. Non vi sono, infatti, quasi più tracce di lingue locali nel portoghese moderno attuale (nonostante la popolazione iberica si fosse stabilita parecchio tempo prima della colonizzazione romana) se non in frammenti di lessico e toponimia della Galizia e del Portogallo.
Si suppone poi, che verso il 600 il Latino Volgare non facesse più parte dalle lingue parlate nelle regioni dell’Impero, avendo lasciato il passo alle lingue romanze (Galia, Iberia, Retica) evoluzione medioevale del latino nelle antiche provincie dell’Impero Romano.
L’influenza araba
Nel 711, i “mori” invasero la Penisola Iberica, imponendo l’arabo come lingua amministrativa, senza però riuscire a sradicare il “romanzo” fra le lingue parlate dalla popolazione locale, ostile alla civiltà araba e profondamente distante per cultura, lingua e religione.
L’influenza araba venne quindi recepita debolmente della popolazione, con risvolti minimi, ma comunque evidenti, su quella che sarà poi la lingua portoghese.
A differenza di altre lingue latine, il portoghese moderno infatti presenta ancora diverse parole di origine araba, soprattutto associate al cibo e all’agricoltura. Buona parte delle parole di lingua portoghese che iniziano per “al-“ sono infatti di origine araba.
L’indipendenza del Portogallo e la nascita del “portoghese”
Per diversi secoli, questo “dialetto latino” ebbe unicamente uno sviluppo orale, essendo il latino riservato alla lingua scritta.
La data cruciale fu il 1143, quando, con il re D. Afonso I, il Portogallo diventò un paese indipendente, sancendo la separazione tra Portogallo e Galizia e Castiglia (in seguito, Spagna). Questo evento indirizzò i rispettivi latini vernacoli in direzioni opposte e dal 1255 iniziò la produzione regolare di documenti scritti in portoghese, inizialmente nella cancelleria reggia e poi ovunque.
Il “portoghese” divenne una lingua matura a partire del XIV secolo, sviluppando una tradizione letteraria ricchissima, utilizzata anche da molti poeti castigliani, leonesi, catalani e aragonesi.
La Galizia, invece, in quella stessa epoca, subì l’influenza del castigliano (in pratica lo spagnolo moderno) determinando così che la variante del sud divenisse propriamente la lingua del Portogallo. Man mano che estendeva i propri domini verso sud, il Portogallo assorbiva i modi di parlare locali, differenziandosi sempre più dal galego, arrivando a delineare definitivamente due lingue indipendenti, seppur simili e reciprocamente comprensibili. Il galego successivamente venne assorbito dall’unità castigliana ed il portoghese, continuando la sua evoluzione, divenne la lingua nazionale del Portogallo.